Non si giudica un libro dalla copertina… oppure sì?

Copertine dei libri

La copertina – è innegabile – rappresenta il nostro primo approccio con un libro. Ci attrae, poi ci incuriosisce, ci seduce, ci spinge al nostro primo contatto fisico con il volume.

La studiamo bene, quell’illustrazione che ha attirato il nostro sguardo in mezzo a mille altre, poi leggiamo il titolo e cerchiamo di legare, nella nostra immaginazione, i due significati che abbiamo colto per azzardare ipotesi personali sul tema trattato. Infine leggiamo la quarta: abbiamo davvero capito?

Questo processo, così intimo, che ci spinge verso opere sconosciute nella vastità ingombra di una libreria o davanti a uno schermo luminoso, non avviene forse per tutti allo stesso modo.

C’è chi sceglie un libro dal titolo, chi si basa sulla fama dell’autore, chi è già informato e sa cosa vuole. Ma nella maggior parte dei casi, è la copertina – bella, brutta, anonima, sgargiante – che fa la differenza.

Noi di Di Renzo Editore lo sappiamo bene. Nei nostri primi anni di vita, mentre muovevamo i nostri primi passi nel mondo della divulgazione scientifica, le nostre copertine erano monocolore.

Eravamo convinti che la scienza si pubblicizzasse da sé, e – lo confessiamo – cercavamo di tenere bassi i costi, anche per offrire al lettore la grande scienza a un piccolo prezzo.

Poi abbiamo osato un po’ di più. Avevamo la fortuna di annoverare tra i nostri autori personaggi di rilievo del panorama scientifico italiano, e allora abbiamo “sbattuto” le loro facce in prima di copertina. Margherita Hack, Edoardo Boncinelli, Federico Zeri, il nome diceva già tutto.

Nel tempo abbiamo imparato ad essere più attenti al mercato e alle tendenze, ma solo l’arrivo di un grafico ha potuto fare delle nostre pubblicazioni opere tanto belle da vedere quanto interessati da fruire.

Oggi, anche il più illustre dei Premi Nobel (e siamo orgogliosi di poterne sfoggiare un discreto numero nelle nostre collane I Dialoghi e Arcobaleno) lo presentiamo con una copertina ragionata, accattivante, attenta al contenuto dell’opera ma anche alla cultura del potenziale lettore che lo selezionerà in libreria, su Amazon, su IBS, ecc.

La copertina, ha scritto una saggista americana, sta al libro come un bel vestito sta all’individuo, e lo fa sfigurare proprio come ci farebbe sfigurare un abito sciatto e dimesso.

Certo, non possiamo pretendere le vette raggiunte da copertine famose, divenute capolavoro nel capolavoro: la bombetta nera e l’occhio a forma d’ingranaggio della sagoma raffigurata su Arancia meccanica o la mano del burattinaio sulla cover storica de Il padrino.

Confidiamo però che i nostri lettori apprezzino l’eleganza e la sobrietà delle nostre scelte grafiche, che mai oscurano il contenuto del libro o la fama del suo autore, ma lo accompagnano nel suo viaggio da un lettore all’altro.